"Pillole in versi", anche le classi dell'istituto Lancia aderiscono al progetto

Le poesie scelte dagli studenti possono essere "pescate" dalle scatole nelle farmacie e studi medici del territorio

Data di pubblicazione: mercoledì, 05 maggio 2021

Autore: Segreteria

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Parole che curano, per chi è malato, per chi soffre per amore, per chi è triste. Parole che coccolano chi si sente solo, e tutti gli altri. Parole che uniscono le persone che le raccolgono attraverso un filo invisibile ma robusto. La forza delle parole, della poesia soprattutto, è il senso di “Pillole in versi” progetto cui ha aderito con entusiasmo anche l’istituto Lancia. E non poteva essere diversamente dal momento che a idearlo è stato Maria Rosa Pantè, ‘poeta’, docente della scuola e referente di educazione civica. In tutto 31 classi del territorio, dalle elementari alle superiori, cinque farmacie e parafarmacie, due centri medici, tre medici di base, due librerie, una Rsa, una casa di accoglienza per madri e bambini, un centro Alzheimer e il Centro di salute mentale di Borgosesia.

In cosa consiste l’iniziativa?

In una prima fase un intervento di educazione civica nelle classi per evidenziare come la parola sia azione, nel bene e nel male, possa ferire ma anche curare. Quindi la scelta da parte di ciascuno studente di versi di poesia, canzoni, aforismi, altrui o propri, anche in alte lingue. Ogni verso è stato poi trascritto su foglietti intestati con i nomi dei ragazzi,l’età, la classe, quando hanno voluto anche una dedica o la patologia da curare.

I foglietti sono stati collocati in scatole, due per ogni luogo ospitante, una per “Prendi un verso”, con i versi scelti dagli studenti, ma anche da ospiti e utenti dei vari centri coinvolti, e una per “Lascia un verso”, per coloro che desiderano ricambiare il dono con un loro pensiero. Le scatole si possono trovare in più punti della città, luoghi dove le persone passano o alla ricerca di altre parole (librerie) o alla ricerca di una cura (farmacie, centri medici). Le pagine FB e Instagram @pilloleinversi tengono conto dei tanti commenti positivi raccolti dall’iniziativa che, grazie alla curatrice Pantè, ha avuto risonanza su numerose testate e riviste a tiratura nazionale.

Lo scopo è duplice:

1. far pensare che è attraente usare parole come carezze e dunque poesie, invece di parole come pietre cioè insulti (e questo vale soprattutto nei social)
2. diffondere la poesia come cura dell'anima. E da quel che si vede per esempio sulle pagine social, la cosa funziona.
Se poi si arriverà a tornare in classe in presenza a pieno regime l’idea è di concludere il progetto con una festa della poesia cui parteciperanno i poeti che hanno contribuito con i loro versi editi e inediti.